StarWarsTheory è un noto canale Youtube dedicato all’universo di Star Wars, con oltre tre milioni di iscritti. La maggior parte dei suoi video ruota attorno all’analisi di varie teorie scovate sul web (da lì il nome), e al dibattito – spesso fortemente critico – sugli annunci, i casting e tutte le news che ruotano attorno al franchise.
Durante un episodio di Gennaio 2024 del suo podcast, Theory Talks, Nia D. – questo il nome dello youtuber – ha ospitato la psicologa Sadia Khan. La donna, per tutto il tempo, ha supportato la tesi secondo cui Star Wars sarebbe una cosa da uomini, e che Disney dovrebbe smetterla di cercare di allargare la platea al pubblico femminile.
[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Abbiamo bisogno di più donne in Star Wars? No. Le donne non lo guardano Star Wars, non se ne preoccupano nemmeno. È una cosa da uomini, lasciatela a loro.[/perfectpullquote]Come riportato da Rolling Stones in un articolo proprio su questo tema, Star Wars non è nuovo a problemi di ‘sessismo’: Daisy Ridley (Rey Skywalker) e Kelly Marie Tran (Rose Tico) sono le attrici che più hanno subito questo genere di discriminazione negli ultimi anni. Quest’ultima in particolare ha rivelato nel 2018 al New York Times di aver ricevuto molestie sessiste e razziste da parte di alcuni fan di Star Wars. È consuetudine, ormai, accusare Disney e Lucasfilm di piegarsi alla cultura Woke ogni qual volta venga introdotto un personaggio femminile.
Dopo l’episodio di StarWarsTheory, migliaia di fan si sono espressi contro lo streamer, accusandolo di promuovere e diffondere opinioni sessiste e misogine. Su TikTok, molte donne hanno iniziato a pubblicare clip a tema Star Wars con l’hashtag #womeninstarwars, respingendo così le affermazioni di Khan.
@lukestarlover I’m so tired #starwars #starwarsfan #starwarsedit #starwarsedits #padmeamidala #princessleia #herasyndulla #ahsokatano #reyskywalker #jynerso #monmothma #starwarstheory #sadiakhanpsychology #xybca ♬ TY FOR 170k LIKES – eowyn ☆
In un video successivo, per rispondere all’ondata di attacchi ricevuti, lo streamer ha negato di essere un misogino e ha invece affermato di essere semplicemente protettivo nei confronti della sua serie preferita:
[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Non ha nulla a che fare con l’essere misogino o con il dire che le donne non possono godersi Star Wars.[/perfectpullquote]Paul Booth, professore di Media e Cultura Popolare alla DePaul University, ha studiato i fandom per oltre 20 anni e ha rivelato a Rolling Stone che molti fan, spesso, si sentono in dovere di rivestire il ruolo di ‘polizia di star wars’, senza che ne abbiano alcun diritto:
[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Spesso la misoginia e il razzismo emergono nelle comunità di fan perché i fan maschi bianchi (o i fan che si considerano parte delle culture dominanti) vogliono sorvegliare i confini di ciò che pensano siano gli interessi del fandom. Sminuendo e denigrando i fan non maschi e non bianchi, questi fan “poliziotto” sembrano dire ‘questo è quello che dovrebbe essere il fandom.'[/perfectpullquote]Un comportamento sicuramente pericoloso e tossico, che nel nostro paese non sembrerebbe mai aver preso piede, per fortuna, anche se è sempre più numerosa quella parte di fandom abituata a difendere il ‘suo Star Wars’ con persistente aggressività.