Sotto la direzione del costumista candidato all’Oscar Michael Wilkinson, Andor si è distinto per l’accuratezza e la varietà del suo costume design nel corso delle due stagioni. Dopo la conclusione della serie, Lucasfilm ha pubblicato una featurette e un approfondimento intitolato Behind the Seams, in cui Wilkinson racconta la filosofia dietro la creazione dei costumi e il meticoloso processo creativo.
Un realismo pensato per ogni dettaglio
Wilkinson ha spiegato che l’intento era quello di rispecchiare l’approccio realistico e stratificato del creatore Tony Gilroy.
“Abbiamo applicato lo stesso approccio dalla Stagione 1 alla Stagione 2, con l’idea che ogni cosa dovesse apparire per una ragione precisa, non solo perché era cool o ispirava l’universo Star Wars.”
I salti temporali della seconda stagione hanno comportato un’evoluzione visiva nei costumi di molti personaggi. Un caso emblematico è quello di Luthen Rael, le cui due identità si riflettono in due stili distinti: Gallery Luthen, il raffinato mercante d’arte, e Natural Luthen, l’agente sul campo con abiti più funzionali e sobri.
“Abbiamo quello che chiamiamo ‘Gallery Luthen’, dove agisce come mercante d’arte, mostrando un aspetto raffinato e sofisticato, con abiti elegantemente confezionati. Contrariamente, come ‘Natural Luthen’, durante le sue missioni, adotta abiti più pratici e utilitari.”
Mon Mothma: lo stile come espressione del ruolo
Tra i personaggi più iconici per il loro stile spicca Mon Mothma. I suoi abiti, sempre diversi, riflettono la transizione tra il ruolo pubblico di senatrice e la sua crescente partecipazione alla Ribellione. Wilkinson ha spiegato:
“C’è sempre un equilibrio tra ciò che avviene dietro il volto pubblico di Mon Mothma, e i suoi costumi lo suggeriscono tramite strati che si possono rivelare o nascondere.”
Quando si sposta da Coruscant a Yavin IV, il suo guardaroba diventa più austero e pratico, sottolineando la sua integrazione nel movimento ribelle:
“Volevamo colmare quel divario con gli abiti, rendendo evidente il suo cambiamento da figura pubblica a collaboratrice con altri ribelli.”
Gli ufficiali imperiali: rigidità visiva
In netto contrasto, l’estetica degli ufficiali imperiali punta su un’omogeneità rigida, simbolo del controllo e dell’uniformità dell’Impero. Nonostante ciò, Wilkinson ha sottolineato come ciascun personaggio conservi un tratto distintivo.
Un esempio è il Direttore Krennic, riconoscibile per il suo mantello bianco iconico:
“Nel nostro racconto, era più appropriato che il suo mantello avesse un tessuto più delicato rispetto a quello tattico visto in Rogue One. Lo abbiamo realizzato in satin per garantire un effetto più scenico.”
L’attore Ben Mendelsohn, ha aggiunto Wilkinson, ha particolarmente apprezzato l’eleganza di questo nuovo look.
L’importanza del costume nel racconto visivo
Con Andor, il lavoro di Wilkinson e del suo team ha fatto molto più che vestire i personaggi: ha contribuito attivamente a costruire l’identità di ciascuno, riflettendone la psicologia, i conflitti e l’evoluzione narrativa. Dal vestiario semplice e funzionale di Cassian Andor ai complessi abiti cerimoniali di Mon Mothma, ogni costume è diventato parte integrante del racconto del cammino verso la Ribellione.

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