Star Wars: la nuova serie TV porta in scena un multiverso di villain iconici

Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy su Disney+ reinterpreta personaggi iconici in chiave multiversale e satirica, mescolando tradizione e innovazione con villain e Jedi in ruoli inattesi.

Giorgio Fabrizi
Giorgio Fabrizi
Fondatore e Editor-in-Chief di Galaxy Addicted e admin di Star Wars Fans Italia, il gruppo Facebook a tema Star Wars più grande d'Italia. Amante della Galassia Lontana Lontana, nonché collezionista compulsivo di giocattoli di Guerre Stellari.

L’ultima serie animata di Star Wars approdata su Disney+ offre uno spettacolo inedito, mescolando personaggi e linee temporali in un mosaico ironico e sorprendente. Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy: Pieces of the Past propone infatti una versione alternativa della saga, ambientata in un multiverso dove eroi e villain si ritrovano in ruoli inattesi e spesso ribaltati.

Un multiverso satirico e sperimentale

Il cuore della serie è la costruzione di un contesto multiversale che attinge all’intera mitologia di Star Wars. Questo espediente permette di includere figure iconiche ma anche personaggi di nicchia, mai visti prima in una chiave così originale. Tra i più sorprendenti spiccano Darth Jar Jar, Revan e Cal Kestis, qui reinterpretati in stile Lego con un tono satirico che si intreccia alla tradizione epica del franchise.

La narrazione ruota attorno a due fratelli sensibili alla Forza, Sig e Dev Greebling, chiamati a contrastare i piani di Solitus, nuovo villain principale che minaccia l’equilibrio della galassia alternativa. Attraverso il loro viaggio, il pubblico incontra personaggi vecchi e nuovi, mescolati in un intreccio che alterna comicità e tensione.

Villain vecchi e nuovi in chiave Lego

Uno degli aspetti più rilevanti è il ritorno di numerosi antagonisti storici. Tra questi spicca Maul, doppiato da Sam Witwer, qui rappresentato con un look insolito: un parka che lo accompagna dopo uno scontro con Solitus nella prigione interdimensionale chiamata Force Hold. La sua presenza conferma ancora una volta la centralità del personaggio, capace di adattarsi a diverse narrazioni.

Non manca Darth Rey, versione alternativa della protagonista della trilogia sequel, che in questa serie assume pienamente il ruolo di Sith. Accanto a lei compaiono figure inedite come Darth Dev e Darth Jym il Jawa, quest’ultimo ridisegnato con tratti grotteschi e gambe da ragno, derivato da vecchie creazioni da gioco di ruolo.

A rendere ancora più interessante il quadro ci sono personaggi classici reinterpretati in ruoli opposti rispetto al canone: Palpatine, ad esempio, compare come Jedi Master alla guida del Consiglio Jedi, mentre un inedito Jedi Vader, vestito di bianco, ritrova la sua famiglia in un contesto leggero e quasi parodico. Anche Dooku viene proposto in una versione alternativa, rimasto fedele all’Ordine Jedi invece di cedere al lato oscuro.

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Accanto a loro si muovono altri volti familiari come Jabba, Grievous, Greedo, Kylo Ren, Zam Wessell, Nien Nunb e persino C-3PO, tutti inseriti in un intreccio che celebra la varietà e la ricchezza dell’universo creato da George Lucas.

Stile visivo e linguaggio narrativo

La serie si distingue per un linguaggio visivo che mescola l’estetica dei mattoncini Lego a richiami cinematografici e animati provenienti da ogni epoca di Star Wars. Ne risulta un crogiolo di riferimenti pensato sia per i fan storici, capaci di cogliere i dettagli più nascosti, sia per i nuovi spettatori che si avvicinano al franchise con curiosità.

Il tono resta leggero e autoironico, ma senza rinunciare a momenti di intensità. La commistione di umorismo e azione rende Rebuild the Galaxy una produzione capace di parlare a pubblici differenti, rispettando la tradizione ma con la libertà di stravolgerla.

Una riscrittura tra tradizione e innovazione

Il progetto, come riportato da The Direct, si pone come un ponte tra passato e futuro della saga. L’uso del multiverso permette di esplorare possibilità narrative inedite, immaginando cosa sarebbe accaduto se certi personaggi non avessero intrapreso il loro percorso canonico. In questo modo la serie non solo intrattiene, ma offre anche spunti di riflessione sul significato di eroi e villain in un universo narrativo in continua evoluzione.

La forza di Lego Star Wars: Rebuild the Galaxy risiede proprio nella capacità di giocare con ruoli e simboli consolidati, offrendo al tempo stesso una celebrazione e una parodia affettuosa di uno dei franchise più amati di sempre.

In conclusione, la serie si impone come un esperimento narrativo che unisce comicità, nostalgia e innovazione, dimostrando come Star Wars continui a reinventarsi senza smettere di sorprendere.

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