L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la società italiana Avio hanno firmato un contratto di due anni, del valore di 40 milioni di euro (circa 47 milioni di dollari), per sviluppare un motore superiore riutilizzabile. L’accordo, siglato il 29 settembre durante il Congresso Astronautico Internazionale (IAC) di Sydney, rappresenta un passo significativo verso il rinnovamento delle capacità di lancio spaziali europee.
Un dimostratore tecnologico per la riutilizzabilità
Il progetto mira a realizzare un dimostratore di fase superiore riutilizzabile, con l’obiettivo di testarne le capacità in volo. Le attività includeranno la progettazione preliminare e lo sviluppo delle tecnologie necessarie, sia per i segmenti di terra che per quelli di volo.
L’obiettivo è dimostrare la fattibilità di un sistema in grado di rientrare sulla Terra e di essere impiegato nuovamente in missioni successive. L’ESA ha diffuso un rendering del concept, che richiama nel design i progetti di SpaceX, in particolare Starship.
Secondo quanto dichiarato dall’agenzia, il focus sarà posto sulla definizione dei requisiti, sull’integrazione delle tecnologie e soprattutto sulla capacità di recupero e riutilizzo del motore superiore. Una caratteristica che potrebbe renderlo compatibile non solo con i veicoli Vega, sviluppati da Avio, ma anche con futuri sistemi di lancio europei.
Perché un upper stage riutilizzabile è rivoluzionario
Le fasi superiori dei razzi, oggi, sono per lo più monouso: vengono distrutte al rientro o restano in orbita come detriti spaziali. L’introduzione di un upper stage riutilizzabile rappresenterebbe un cambiamento radicale, allineando l’Europa ai progressi compiuti da SpaceX con Falcon 9 e Falcon Heavy, che hanno reso standard il recupero del primo stadio.
Il progetto europeo guarda quindi alla possibilità di compiere un salto analogo anche per le fasi superiori, seguendo l’approccio di Starship, concepita per un riutilizzo completo e rapido.
Le dichiarazioni dell’ESA
Il direttore del Trasporto Spaziale dell’ESA, Toni Tolker-Nielsen, ha definito il contratto “un passo cruciale sotto due aspetti”. Da un lato, risponde alle necessità di affrontare sfide tecnologiche a breve termine; dall’altro, pone le basi per una strategia di lungo periodo volta a rafforzare l’autonomia europea nello spazio.
Il progetto si fonda su progressi in campi chiave come la propulsione liquida avanzata, le tecnologie di rientro, la recuperabilità e la riutilizzabilità. Tutti elementi che concorrono a sviluppare sistemi spaziali più sostenibili ed efficienti.
La strategia europea per la riutilizzabilità
L’iniziativa ESA-Avio si inserisce in una più ampia strategia europea per rilanciare la competitività nel settore spaziale. Oltre a questo contratto, l’ESA ha lanciato l’European Launcher Challenge, volto a stimolare lo sviluppo di nuovi vettori e ad ampliare l’accesso allo spazio.
In parallelo, l’agenzia lavora sullo Space Rider, un aereo spaziale riutilizzabile, mentre ArianeGroup ha presentato al precedente IAC di Parigi (2022) il progetto Susie, una fase superiore riutilizzabile con caratteristiche simili a quelle di una mini navetta.
Questi progetti evidenziano come la riutilizzabilità stia diventando un elemento centrale delle politiche spaziali europee, in linea con le tendenze globali.
Un trend internazionale in crescita
L’interesse verso sistemi di lancio riutilizzabili non è limitato all’Occidente. La Cina, ad esempio, ha recentemente rivisto il design del razzo pesante Long March 9, trasformandolo da vettore monouso a sistema pensato per la riutilizzabilità, avvicinandosi anch’essa al modello di Starship.
Questa corsa globale conferma come la riutilizzabilità sia ormai un obiettivo condiviso dalle principali potenze spaziali, destinato a ridefinire il futuro del trasporto spaziale.

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