È stato criticato, deriso, insultato, e si potrebbe continuare. Parliamo dell’immaginario di Star Wars, dell’essenza stessa di Star Wars. Ma è veramente possibile trovare un qualsiasi altro immaginario anche minimamente paragonabile? Un’opera che riesce ad andare avanti in una maniera così tanto coerente quando la sua storia non solo è portata avanti da autori completamente diversi (che spesso non si sono neanche mai incontrati nelle loro vite) ma, soprattutto, attraverso media di comunicazione con strategie narrative diametralmente opposte.
Siamo i primi a scrivere articoli di approfondimento al primo sentore di violazione del Canone, di contraddizioni e di mancato rispetto a un’opera canonica precedente. Ma davanti al Capitolo 23 di Star Wars: The Mandalorian c’è solo da togliersi il cappello. È incredibile come questo episodio riesca a unire romanzi, serie animate e film in maniera così tanto precisa ed emotiva. Un Capitolo che è oltretutto ben fatto da molteplici punti di vista, sfruttando incredibilmente bene anche il cosiddetto Volume, ovvero il set virtuale composto con immagini renderizzate al computer e proiettate in un teatro virtuale sul quale recitano gli attori.
Siamo stati i primi a sottolineare le possibili contraddizioni con Aftermath, la trilogia di romanzi ambientata in un periodo vicino a quello delle vicende di The Mandalorian. Ma al cospetto del Capitolo 23 di The Mandalorian ogni preoccupazione decade. Favreau e Filoni, con l’ottima regia di Rick Famuyiwa, lo hanno scritto e diretto in maniera magistrale. Tralascio i riferimenti al Grand’Ammiraglio Thrawn, quelli sono quasi scontati. Sottolineo solamente come sia assolutamente credibile che sia stato lui il primo vero timoniere in questa fase di restauro Imperiale. Sapevamo già che aveva indirizzato Palpatine verso le Regioni Ignote (la sua casa, fondamentalmente) e adesso stiamo semplicemente visualizzando con le immagini il suo operato.
Naturalmente Thrawn morirà, e probabilmente il suo posto sarà preso da Snoke, Magari ucciso da Ahsoka Tano, o forse da Ezra Bridger? Per il momento sappiamo che Thrawn è in qualche modo tornato e dirige il Consiglio Ombra. E qui partono i fantastici riferimenti ad Aftermath. Il Consiglio Ombra è stato istituito da Gallius Rax nel 5 ABY, come abbiamo appreso dal romanzo centrale della trilogia Aftermath intitolato Debito di vita. Rax è stato un rampollo dell’Imperatore fin da giovane età ed è stato l’artefice del piano della Contingenza, ovvero un modo per fare annientare tra di loro le forze della Nuova Repubblica e quello che rimane dell’Impero, trasferendo al contempo ciò che rimane dell’Impero nelle Regioni Ignote per preparare un ritorno in grande stile, sotto forma del Primo Ordine, incentrato sulla clonazione e sull’arruolamento di un nuovo esercito.
In quell’epoca Rax fece promuovere Rae Sloane, uno dei più potenti signori della guerra imperiali, al ruolo di Grand’Ammiraglio, ovvero lo stesso che assumerà Thrawn. Durante le vicende di The Mandalorian né Rax né Sloane sono presenti nel Consiglio Ombra, il primo perché ucciso dalla stessa Sloane durante i fatti di Aftermath: La fine dell’Impero, la seconda evidentemente perché venuta a mancare nel frattempo. Fra le prime disposizioni del Consiglio Ombra ci fu quella di salvare il Comandante Brendol Hux da Arkanis, mondo posto sotto assedio dalla Nuova Repubblica. Hux, che era stato incaricato di formare un nuovo esercito di assaltatori per il nuovo Impero proprio dal Consiglio Ombra, è presente in The Mandalorian (ricordiamo che Armitage, il generale del Primo Ordine della trilogia prequel, è suo figlio illegittimo). Inoltre, lo stesso Brendol Hux era stato co-protagonista del romanzo Phasma, quando su Parnassos riuscì a convincere il futuro Capitano a entrare a far parte del suo esercito.
Hanno fatto parte della prima versione del Consiglio Ombra, oltre a Sloane, Rax e Hux, anche anche il responsabile della propaganda Ferric Obdur, il Grand Moff Randd e il generale Hodnar Borrum. Non conosciamo l’identità dei membri del Consiglio Ombra ai tempi di The Mandalorian: è certa solo la presenza di Brendol Hux, del Moff Gideon e di Gilad Pellaeon. Anche quest’ultima figura è decisamente interessante, stavolta soprattutto per i fan dell’universo Legends. Lui, infatti, è un ufficiale imperiale fedelissimo di Thrawn che è stato cruciale nella restaurazione dell’Impero nel Legends, il cui esordio risale al romanzo legends L’Erede dell’Impero. Filoni lo aveva già citato in Star Wars: Rebels, e lo stesso Timothy Zahn lo aveva reinserito nel romanzo canonico Thrawn Tradimento, ma adesso appare anche in versione fotorealistica, seppure tramite ologramma.
Nelle sue prime fasi, il Consiglio Ombra predispose anche un attacco a Chandrila, pianeta capitale della Nuova Repubblica in quella fase. Gli assassini agli ordini di Rax ferirono diversi funzionari della Nuova Repubblica, tra cui il Cancelliere Mon Mothma. Altri funzionari chiave, tra cui la Principessa Leia, Antilles e Ackbar, furono risparmiati perché impegnati in una missione per assistere alla liberazione del pianeta natale degli Wookiee, Kashyyyk, ancora in mano imperiale (sono ancora le vicende di Aftermath: Debito di Vita). Sloane e Rax sarebbero presto entrati in conflitto tra di loro (in realtà lo sono sempre stati silentemente) quando Rax inizia a destituire progressivamente Sloane per prenderne il posto come Grand’Ammiraglio, sommando i poteri di questa figura con quelli che già possiede nell’ottica di restaurare il ruolo dell’Imperatore.
Con questi nuovi propositi, segretamente Gallius Rax iniziò a pianificare l’uccisione di tutti i membri del Consiglio Ombra, ad eccezione di Brendol Hux. Quando attirò le forze della Nuova Repubblica e dell’Impero su Jakku, però, Rae Sloane gli si era già rivoltata contro e con l’aiuto di Brentin Wexley aveva individuato un modo per fermarlo e ucciderlo. Durante queste fasi, inoltre, Rax era supportato anche dall’ex consigliere di Palpatine, Yupe Tashu, seguace del culto Sith.
A questo punto dovrebbe essere evidente lo scrupolo e la precisione maniacale degli autori di The Mandalorian nel mettere insieme i pezzi di questo immenso, e super eterogeneo, puzzle. Oltre che l’amore con cui gli sceneggiatori stanno realizzando questo immenso lavoro di coesione, e non solo per quanto riguarda The Mandalorian. Il tutto è ovviamente preparatorio per il ritorno di Thrawn, anche se non è chiaro se questo avverrà già in The Mandalorian o nella prossima serie Star Wars: Ahsoka.
Ci siamo soffermati sui punti di contatto con Aftermath perché siamo dei super appassionati di lettura, ma in questo Capitolo 23 c’è una moltitudine di riferimenti. Molti ovviamente alla clonazione, visto che nella base di Moff Gideon possiamo scorgere diversi strandcast, ovvero gli esperimenti genetici perseguiti dall’Impero. Inoltre, viene rivelato che è proprio Hux il principale responsabile del progetto Negromante, senza dire nient’altro. Il nome però ci riporta alla mente i piani di clonazione e resurrezione dell’Imperatore: Gideon ha lavorato per Hux quando ha rapito (con successo peraltro) Grogu per alimentare i propositi di clonazione di un esercito di combattenti sensibili alla Forza?
Una parte meravigliosa dell’episodio è poi quella ambientata su Mandalore, con la sua connotazione post-apocalittica, che probabilmente sarebbe stato saggio utilizzare per più tempo in questa stagione. Oltretutto, in queste fasi, notiamo come (finalmente) il Volume funzioni bene. Proiettando le immagini virtuali sul set cinematografico, trasmette sugli attori in carne e ossa luci e ombre in maniera molto realistica, con splendidi effetti sulle armature mandaloriane in beskar: è questo il modo migliore (e forse unico) per utilizzare il Volume! Lo diciamo perché in altre circostanze limita di molto la libertà espressiva degli interpreti, e anche la capacità di avere molti attori contemporaneamente sul set, svilendo l’intensità di certe scene.
Tornando alle prime fasi dell’episodio, invece, vale la pena sottolineare il lavoro di Elia Kane, che riferisce al suo capo Gideon quanto ha appreso sull’intervento dei Mandaloriani su Nevarro. Il ruolo di spia della Kane, inoltre, giustifica il titolo dell’episodio stesso. Il titolo del Capitolo è comunque ancora avvolto nel mistero, essendo al plurale. Si riferisce a qualcun altro oltre alla Kane? Ricordiamo che in uno dei capitoli precedenti abbiamo appreso che Gideon è stato liberato dalla navetta di classe Lambda che doveva portarlo a un tribunale della Nuova Repubblica da qualcuno che indossava delle armature in beskar. Nell’ultimo capitolo, quindi, scopriremo dei suoi alleati (delle spie) tra i Mandaloriani? O si trattava semplicemente di un residuo delle nuove armature degli assaltatori che, come abbiamo visto nel Capitolo 23, sono in beskar?
Ricordiamo, inoltre, come la Nuova Repubblica sia particolarmente assente dall’Orlo Esterno per via delle decisioni di Mon Mothma sul disarmo dell’esercito che era appartenuto all’Alleanza Ribelle (qui dettagli); al punto da non accorgersi di un conflitto su larga scala tra Mandaloriani e Impero. Sempre nella scena con Elia Kane, inoltre, abbiamo un bel riferimento a Star Wars: The Bad Batch, visto che Elia Kane viene identificata con la sigla TK, la stessa designazione data ai primi assaltatori che sostituivano i cloni, il cui esercito era stato dismesso per decisione dell’Imperatore.
Il momento più significativo dell’episodio però è il combattimento finale, dopo la cattura di Din Djarin. Attraverzo Paz Vizsla tocchiamo con mano quanto siano efficaci le armature in beskar, visto che il Figlio della Ronda resiste ad oltranza agli attacchi degli assaltatori imperiali. Li uccide tutti ma soccombe immediatamente alle guardie pretoriane con armi che sono in grado di trafiggere il beskar. Sul piano tecnico abbiamo una spiegazione sul perché questo duello si esaurisca così in fretta, legata ovvero alla capacità di queste armi, ma sul piano filosofico questo rapido duello è un riferimento a Gli Ultimi Jedi. Ci fa pensare, ovvero, a quanto più potenti siano i Jedi, e a quanto più potenti in particolare saranno Rey e Ben Solo, visto che da soli riusciranno a sconfiggere un plotone intero di guardie pretoriane.